Con il palmo o il dorso della mano, con un pugno, con il gomito o con il braccio intero. Seduti, in piedi o addirittura camminando. In quanti modi può essere suonato un pianoforte senza preoccuparsi delle solite regole su diteggiatura, posizione della mano e articolazione delle dita? Impariamolo insieme con i "Giochi" di Kurtag, in un viaggio alla scoperta della musica contemporanea.
Siamo lieti di invitarvi al laboratorio di introduzione alla musica contemporanea per pianisti, 5 incontri di 2 ore per una durata complessiva di 10 ore.
Si svolgerà a partire dal 24 Aprile 2021, presso la sede della nostra scuola in Via San Donnino 4, con il seguente calendario:
- Sabato 24 Aprile: 10.30-12.30
- Sabato 8 Maggio: 10.30-12.30
- Sabato 22 Maggio: 10.30-12.30
- Sabato 5 Giugno: 10.30-12.30
- Sabato 12 Giugno: 10.30-12.30
E' rivolto ad allievi di pianoforte dai 7 anni in poi e che abbiano minime capacità di lettura musicale (chiave di violino e chiave di basso), per un numero massimo di 8 iscritti.
Il corso è tenuto dal Maestro Edoardo Benucci.
Il costo totale del corso è di 150 euro, da versare in un'unica soluzione al momento dell'iscrizione.
Le iscrizioni scado Martedì 20 aprile.
BCC FELSINEA
IBAN IT95 U084 7236 5900 0000 0106 299
Intestato a CEMI Bologna coop sociale onlus
Causale: nome e cognome allievo - laboratorio pianoforte
Copia del bonifico va inviata ad amministrazione@cemi.bologna.it
L’idea di questo laboratorio nasce dalla volontà di far avvicinare i bambini ad un tipo di notazione ed esecuzione musicale che nella seconda metà del ‘900 nasce come espressione di avanguardia ma che ormai fa parte del linguaggio musicale classico contemporaneo.
Perché un laboratorio sulla musica contemporanea?
Moltissimi pianisti si accostano alla musica contemporanea negli ultimi anni del corso di studi o dopo il diploma: tanti sono i diplomati in pianoforte che non hanno mai suonato una pagina di Berio o Stockhausen.
Tra le cause di questa situazione, non ultima è il repertorio didattico previsto dagli esami ministeriali che si concentra in un arco temporale fermo a oltre un secolo fa. Anche i principali metodi didattici e gli studi sui quali i pianisti generalmente si formano passandoci ore e ore di studio (Beyer, Hanon, Clementi, Czerny, Cramer) si basano su un linguaggio totalmente estraneo dalla musica contemporanea.
In questo modo però l’allievo, quasi senza accorgersene, tende a formarsi basandosi su canoni tecnici ed estetici che sono estremamente distanti dalla produzione del XX secolo, mentre sarebbe importante che vi si avvicinasse con gradualità e senza i pregiudizi che molte volte la circondano.
Per avvicinarsi alle espressioni musicali attuali non è necessario un lungo e faticoso cammino che parta da tempi molto lontani, come spesso si tende a pensare. Negli anni ’20 del 2000, sarebbe opportuno considerare anche un percorso che possa partire dalle espressioni musicali attuali. In un percorso didattico che permetta di prescindere da canoni estetici predefiniti è importante mettere in condizione l’allievo di conoscere tutti i generi musicali: anche quello della musica contemporanea.
Conoscere non vuol dire semplicemente venire in contatto, ma significa fare un’esperienza concreta che prepari a un successivo incontro con la musica stessa.
A tal proposito si farà utilizzo del metodo didattico “Giochi” (Játékok in ungherese) scritto dal compositore Gyorgy Kurtag nel 1973.
L'Opera di Kurtag
Játékok è composto da nove volumi contenenti centinaia di brevi pezzi per pianoforte. I volumi I, II, III, V, VI, VII e IX contengono brani per pianoforte solo, mentre i volumi IV e VIII sono per piano a quattro mani e per due pianoforti.
Il volume 1 di Játékok è composto da brevi brani caratterizzati da una nuova notazione grafica ideata da Kurtág stesso. Incorpora l'uso di tecniche pianistiche insolite, come suonare con il palmo, con il pugno e l’avambraccio, oltre ad esplorare l'uso dell'intera gamma dello strumento.
Sebbene il lavoro abbia più di 40 anni, Játékok è usato solo raramente come strumento didattico dagli insegnanti di pianoforte in Ungheria ed è quasi sconosciuto nel resto d’Europa. Questo probabilmente deriva dal fatto che presenta a studenti e insegnanti elementi musicali atipici come una notazione insolita, l’uso di un registro illimitato dello strumento fin da subito e brani che presentano vari gradi di difficoltà all'interno dello stesso volume.
Diversi musicologi e pedagogisti del pianoforte hanno tuttavia condotto ricerche sull'importanza dei “Giochi” di Kurtag, rilevando il suo valore didattico; sia come un metodo utile per l’introduzione e l'apprendimento della musica contemporanea, sia per la sua capacità di far comprendere ai bambini la forma musicale e la sua relazione con i gesti del corpo.
Modalità di svolgimento
Gli incontri saranno collettivi e fin dal primo incontro saranno i bambini stessi a sperimentare questo “nuovo e insolito” modo di fare musica col pianoforte. Saranno suddivisi, in particolare, in tre parti.
Una prima parte (2 incontri, corrispondenti a 3 ore) dedicata a far familiarizzare gli allievi con tecniche come i clusters (sui tasti bianchi, sui tasti neri, cromatici, con l’uso dell’avambraccio, del palmo, del lato o del dorso della mano); i glissandi (per i quali, in alcuni casi possono essere usati anche dei guanti); pizzico, percussione e glissando direttamente sulle corde del pianoforte; percussione sulla cassa armonica o sulla cordiera del pianoforte…
Questo avverrà tramite piccole sessioni di improvvisazione guidate dall’insegnante, individuali e a gruppi.
In questa fase l’obiettivo sarà duplice: far prendere confidenza all’allievo con queste tecniche e allo stesso tempo fargli percepire come tutto il corpo sia coinvolto nell’esecuzione, sviluppando una sintonia tra gesto e suono.
La seconda parte (5 incontri, corrispondenti a 5 ore) sarà dedicata all’esplorazione dei “Giochi” di Kurtag. In questa fase si illustrerà come quegli effetti sonori realizzati con semplici improvvisazioni possono essere scritti su spartito. Si introdurrà, quindi, l’allievo alla notazione musicale delle tecniche con cui ha familiarizzato nella prima parte, tramite l’analisi e l’esecuzione di alcuni brani del primo volume dell’opera di Kurtag.
Al termine di questa fase si chiederà a ciascun allievo di provare, a casa, a comporre un proprio brano di musica contemporanea, che faccia uso, quindi, delle tecniche conosciute e sperimentate fino a quel momento o eventualmente inventandone anche di nuove.
L’ultimo incontro (corrispondente a 2 ore) sarà dedicato all’esecuzione da parte di ogni allievo del proprio brano, o di uno scelto tra i “Giochi” di Kurtag.
Con queste parole Kurtag stesso introduce il primo dei 9 volumi che costituiscono la sua opera “Giochi”. Riassumono perfettamente lo spirito con cui si intende sviluppare questo percorso:
<< Lo stimolo per la composizione dei "Giochi" (Játékok) è stato suggerito proprio dal bambino che mentre suona è dimentico di sé stesso; il bambino per il quale lo strumento è ancora un giocattolo. Egli compie ogni specie di ricerca con esso, lo accarezza, lo assale. Accumula suoni apparentemente incoerenti, e se ciò desta il suo istinto musicale, egli proverà poi intenzionalmente a cercare e a ripetere armonie "coscienti" prima scaturite casualmente.
Per questi motivi questa serie non è assolutamente un metodo pianistico, e nemmeno una raccolta di pezzi alla rinfusa. È una possibilità di sperimentazione e non un "ammaestramento nel suonare il pianoforte".
Gioia nel suonare, nel gesto - coraggioso, rapido attraversamento dell'intera tastiera subito all'inizio dello studio pianistico, senza complicate ricerche intorno ai suoni, senza calcolo dei ritmi - in tal modo un'idea inizialmente ancora indefinita portò alla realizzazione di questa raccolta.
Suonare è giocare. Richiede all'esecutore molta libertà e iniziativa. Quel che è scritto non si deve prendere seriamente, ma seriamente va preso per quanto riguarda lo svolgimento musicale, la qualità del suono e del silenzio.
Si deve credere alla notazione e lasciare che essa agisca su di noi. L'immagine grafica rende chiara la disposizione temporale anche dei brani più liberi. Usiamo tutte le nostre conoscenze e vive memorie riguardo la libera declinazione, il "rubato", il "parlando" della musica popolare, la musica gregoriana e tutto ciò che la prassi musicale dell'improvvisazione abbia mai prodotto. E tuffiamoci con coraggio - senza temere errori - in mezzo al più difficile: con valori lunghi e corti creiamo proporzioni valide, una unità, un decorso - anche per nostra propria gioia. >>
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