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Musica e cervello dai 6 agli 11 anni: sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale

Nel periodo tra i 6 e gli 11 anni il cervello del bambino attraversa una fase di significativa organizzazione e consolidamento. Le esperienze vissute in questo periodo hanno un impatto duraturo su molte funzioni cognitive ed emotive. La pratica musicale si configura, in questa fascia d’età, come una delle attività più complesse e benefiche per lo sviluppo integrale del bambino.



Rafforzamento delle funzioni esecutive


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La musica attiva e potenzia le funzioni esecutive, fondamentali per l’apprendimento scolastico e la vita quotidiana:


  • attenzione sostenuta e selettiva

  • memoria di lavoro

  • inibizione di risposte automatiche

  • pianificazione e flessibilità cognitiva


Secondo il neuroscienziato Michael Posner, l’attività musicale, in particolare quella strumentale, stimola l'interazione tra corteccia prefrontale e altre aree implicate nell’autoregolazione e nella gestione dell’attenzione.


Sviluppo integrato delle competenze cognitive


L’apprendimento musicale, in particolare quello strumentale, coinvolge:


  • percezione e memoria uditiva, soprattuto nel lobo temporale;

  • coordinazione fine e globale, sollecitando la corteccia motoria;

  • strutture sintattiche del linguaggio e della musica, in entrambi gli emisferi;

  • intonazione, immaginazione, elaborazione globale, soprattutto nelle aree della "prosodia" nell'emisfero destro;

  • il corpo calloso, che si ispessisce con la pratica musicale, migliorando la comunicazione tra gli emisferi cerebrali.


L’esperienza musicale stimola quindi una connessione tra diverse aree cerebrali, allenando la plasticità, migliorando le abilità matematiche, linguistiche e logiche.


Regolazione emotiva e alfabetizzazione affettiva


Nel periodo 6–11 anni, i bambini iniziano a riconoscere, nominare e regolare meglio le emozioni. La musica, e l'attitudine degli educatori coinvolti, li aiuta in questo processo offrendo un linguaggio simbolico per esprimere emozioni complesse, un ambiente sicuro per esplorarle e occasioni per elaborare vissuti personali e condivisi.

La pratica musicale in gruppo stimola il sistema limbico (amigdala, ippocampo, corteccia cingolata), contribuendo a modulare le risposte emotive e rafforzare l’equilibrio interno.


Musica come contesto sociale e relazionale


Tra i 6 e gli 11 anni i bambini imparano a gestire la vita di gruppo: amicizie, regole, ruoli e negoziazione. L’attività musicale condivisa favorisce un modo nuovo e diverso di stare insieme, praticabile in qualsiasi età della vita, ascolto reciproco, collaborazione e turnazione. empatia e rispetto dei tempi dell’altro

L’esperienza musicale collettiva aiuta a superare l’egocentrismo infantile e a maturare una visione più intersoggettiva del mondo


Potenziamento dell’autostima e dell’identità


Imparare uno strumento e partecipare a un gruppo musicale consente ai bambini di riconoscere i propri progressi, imparare a ricevere feedback e sentirsi parte di un progetto comune. Questo contribuisce allo sviluppo dell’autoefficacia, della fiducia in sé e della capacità di affrontare le difficoltà con resilienza.


Bibliografia


Hallam, S. (2010). “The power of music: Its impact on the intellectual, social and personal development of children and young people.” International Journal of Music Education.


Posner, M. & Rothbart, M.K. (2007). “Research on attention networks as a model for the integration of psychological science.” Annual Review of Psychology.


Rabinowitch, T.C., Cross, I., Burnard, P. (2013). “Long-term musical group interaction has a positive influence on empathy in children.” Psychology of Music.


Schlaug, G., Norton, A., Overy, K., & Winner, E. (2005). “Effects of music training on the child's brain and cognitive development.” Annals of the New York Academy of Sciences.


Koelsch, S. (2010). “Towards a neural basis of music-evoked emotions.” Trends in Cognitive Sciences.



 
 
 

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